Viaggio nella storia di orologi d’epoca passati di moda, per poi tornare.
Cosa ci raccontava un orologio da tasca? Ci mostrava la posizione sociale dell’uomo a cui apparteneva, ma soprattutto, ci svelava le origini della sua famiglia e del posto che occupavano nella società i propri discendenti.
Possiamo considerare i primi orologi da tasca come un accessorio per ricchi, usati per dimostrare il proprio status symbol.
Custodire questi preziosi orologi d’epoca, nella tasca di una giacca, di un gilet o di un pantalone largo, voleva principalmente dimostrare il proprio benessere finanziario o l’importanza dei propri natali.
Anche i poveri potevano possedere un orologio da tasca, ma sicuramente non in oro o in platino, ma più probabilmente realizzato con materiali meno preziosi come l’ottone o, ad essere più ottimisti, con l’argento, che se anche poco preziosi a livello economico, custodivano certamente un valore sentimentale impagabile, perché all’epoca, e stiamo parlando del XVI-XVII secolo, era uso e costume ereditare un orologio dal padre, qualsiasi sia stato il ceto sociale di appartenenza (a patto che ne custodisse uno).
Storia dell’orologio d’epoca: la popolarità dell’orologio da tasca
La storia dell’orologio da tasca va di pari passo con l’invenzione degli orologi a molla e l’introduzione di meccanismi più innovativi, come le prime sveglie.
Gli orologi dell’epoca erano più squadrati e più grandi di quelli che immaginate, basta pensare che venivano generalmente indossati anche come collane. Dall’inizio del 17° secolo, gli orologi da tasca cominciarono a diventare più arrotondati e più vicini all’immaginario comune che abbiamo di questi preziosi accessori del tempo.
Fino alla fine del 19° secolo, la forma più popolare per sapere l’ora esatta era fornita da questi accessori, che grazie a maestri orologiai del calibro di Ulysse Nardin, Heuer e LeCoultre (tanto per citarne alcuni), avevano raggiunto livello di raffinata precisione ed erano diventati ancora più preziosi grazie all’aggiunta di pietre preziose e diamanti, senza contare che cassa e quadranti venivano realizzati a mano.
Nonostante i tempi di guerra abbiano reso più pratici gli orologi da polso, il fascino dell’orologio da tasca ha conservato la popolarità di un tempo, andando di pari passo con le mode del momento, che vedevano la presenza di un orologio da tasca collegato con una catena, spesso d’oro o d’argento, ad un pantalone dalla forma oversize.
Orologi d’epoca o lusso moderno?
Nel ‘900 gli orologi da tasca, tranne in rarissime occasioni, divennero un oggetto di lusso dedicato a pochi, benché ci fu un ritorno, soprattutto negli Stati Uniti, a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80, quando cominciarono a tornare di moda gli abiti a 3 pezzi, che portarono ad una piccola ripresa della produzione di questi magnifici orologi custoditi principalmente nel taschino posteriore.
Dopo questo piccolo ritorno di fiamma, l’orologio da taschino ha perso la sua popolarità a discapito di oggetti tecnlogici come walkmann e i primi telefoni cellulari, mantenendo però quel fascino dell’oggetto di lusso per pochi.
Oggi, se non siete troppo giovani, ricorderete sicuramente vostro nonno, o il vostro bis-nonno (se avete avuto la fortuna di conoscerlo), con questo originale accessorio, ma è rarissimo, se non impossibile, trovare qualcuno che preferisca questa forma di segnatempo al più comune orologio da polso.
Orologi da tasca trasformati in orologi da polso: la nostra idea
2010 Limited Edition ha deciso di unire questi due concetti per dare nuova vita a vecchi orologi d’epoca da tasca, trasformandoli in orologi da polso con l’appeal di un tempo, recuperando le casse di quelli che una volta erano considerate le classiche “patacce” dei nonni, creando veri e propri segnatempo dall’allure dell’epoca.
Un modo originale per far rivivere accessori vintage che altrimenti non sarebbero più utilizzati e per dare un tocco di storia ad accessori moderni presenti nell’ordinario comune di tutti i giorni, ancora per molto tempo, fin quando le lancette continueranno ad andare avanti.
“Anche un orologio rotto segna l’ora giusta… Due volte al giorno!” da “Il Caso Thomas Crawford”.